Il termine acciaio indica in maniera generica una lega tra 2 elementi principali: ferro e carbonio. Altri elementi presenti nell’acciaio sono: manganese, fosforo, zolfo, silicio ed in quantità minore azoto, alluminio ed ossigeno.
Il ferro è un elemento metallico ed il suo simbolo chimico è Fe.
Il carbonio è un elemento non metallico, C è il suo simbolo chimico; è l’elemento legante principale nelle leghe di acciaio ed il suo contenuto percentuale oscilla tra lo 0,002% ed il 2,1%, in termini di peso (nella maggior parte degli acciai difficilmente supera l’1%).
Trattandosi di una lega metallica, l’acciaio non ha simbolo chimico, pertanto non è elencato nella tavola periodica. Esistono molte nomenclature stabilite da varie organizzazioni che regolano norme tecniche, composizione di ogni lega, proprietà, etc.
Le caratteristiche basilari vengono conferite alla lega di acciaio dal carbonio. L’aggiunta intenzionale di ulteriori elementi come nichel, cromo, molibdeno, manganese, titanio, boro, niobio e vanadio, modifica le caratteristiche dell’acciaio.
Il carbonio ed altri elementi agiscono come agenti indurenti. Cambiando la quantità degli elementi nella lega, si controllano le proprietà dell’acciaio:
Inoltre l’acciaio è rinomato per essere un metallo resistente:
Ad esempio, un acciaio con un’alta presenza di carbonio nella lega, risulterà più duro, ma nel contempo meno duttile di un acciaio con una bassa percentuale di carbonio.
Se la percentuale di carbonio presente supera il 2,1%, la lega prende il nome di ghisa.
Il ciclo di produzione dell’acciaio varia a seconda delle tecnologie utilizzate e della tipologia di acciaio che si vuole ottenere. Possiamo suddividere i cicli produttivi dell’acciaio in due categorie:
Nel primo caso le materie prime utilizzate sono: minerale ferroso, coke e fondente.
Mescolando e fondendo questi elementi si ottengono separatamente ghisa ed altri elementi secondari. Successivamente vengono aggiunti rottame ferroso ed altri elementi per modificare la miscela, in modo da ottenere una colata di acciaio con le caratteristiche desiderate.
L’acciaio colato viene tagliato, ridotto in grossi “blocchi” (detti blumi o bramme) che poi vengono laminati (cioè deformati) per essere trasformati in lamiere, nastri, tubi, barre, profili, etc.
Attualmente in Italia sono rimasti in funzione soltanto 3 altiforni: Taranto, Piombino e Trieste.
Nel forno elettrico invece si fonde il rottame ferroso insieme ad altri elementi e si ottengono vari semilavorati (billette, vergella, etc.) che possono essere successivamente laminati a caldo o a freddo. 1.
L’acciaio corten, abbreviazione dei termini inglesi che definiscono le caratteristiche principali, CORrosion restistance (resistenza alla corrosione) e TENsile strength (resistenza a trazione), è un materiale a basso contenuto di lega (in origine 0.2-0,5% di rame, 0,5-1,5% di cromo e 0,1-0,2% di fosforo) brevettato nel 1933 dall’azienda americana United States Steel Corporation (U.S.S.).
L’acciaio Cor-Ten venne inizialmente impiegato nel campo della meccanica, come rivestimento protettivo per carrozze-merci, vagoni-cisterna e containers in particolare per il trasporto di carbone, mostrando durate sino a 4 volte superiori rispetto a quelli realizzati con normale acciaio al carbonio.
La prima importante applicazione come acciaio strutturale nell’edilizia risale al 1964 con la realizzazione del Centro Direzionale della John Deere and Co, in Illinois, su progetto dell’architetto Eero Saarinen.
Oggi il metallo è impiegato in vari campi come quello dell’edilizia, delle infrastrutture ma anche nel design e nella comunicazione.
La straordinaria proprietà dell’acciaio corten è la capacità di autoproteggersi dalla corrosione elettrochimica. Il metallo, infatti, durante il naturale processo di ossidazione rilascia una polvere di ossidi degli elementi in lega che patinano la superficie composta da uno strato esterno poroso e uno strato interno molto sottile e impermeabile, ricco di rame, cromo e fosforo.
Nelle normali condizioni ambientali, questo rivestimento si forma in circa 18-36 mesi e il suo colore varia da un arancio iniziale fino ad una tonalità bruno-rossastra, la tipica colorazione ruggine che conferisce al materiale un effetto non solo estetico ma protettivo. La superficie del materiale è opaca e piuttosto uniforme; generalmente le lastre vengono installate preossidate ma vi sono casi in cui gli elementi vengono montati quando lo stato di ossidazione è nella fase iniziale.
Il corten è definito un metallo vivo perché se la patina superficiale viene intaccata o scalfita, il processo di ossidazione riparte fino a costruire una nuova protezione. Tuttavia, la formazione passiva del film protettivo avviene in presenza delle seguenti condizioni:
Esistono tre tipi di Corten che presentano differenti caratteristiche ed è quindi necessario scegliere il tipo di acciaio più idoneo alle esigenze progettuali:
L’acciaio cor-ten presenta molteplici vantaggi:
Il Corten è molto amato dagli architetti contemporanei per la particolare variazione cromatica e perché si combina bene con gli altri materiali: calcestruzzo, marmo, legno…Oltre al sofisticato effetto estetico, i progettisti prediligono questa tipologia di acciaio anche per gli aspetti più tecnici: oltre alla resistenza agli agenti atmosferici, con il Corten è possibile ottenere notevoli riduzioni di spessore e conseguenti diminuizioni di peso, conferendo alla superficie degli edifici isolamento e durabilità. Inoltre, se verniciato, il corten riduce le periodiche operazioni di manutenzione. Sono molto numerosi gli esempi di impiego del Corten in facciata, firmati dai più noti studi di architettura del mondo. 2.
5^A Federica Frongia
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